Salvatore Raimondi, 27 anni, al contrario dei due protagonisti principali: Mario Alessi e Antonella Conserva, è sempre rimasto nell'ombra. Lui è l'amico fidato, l’amico di famiglia. Nato a Parma, anche se di origini siciliane, rappresentava l'uomo giusto per fare la spalla in un'azione che Alessi ha pensato di portare a termine senza complicazioni, ma che con il complice ha trasformato in una tragedia nemmeno due ore dopo. Per un mese ha recitato la parte dell'uomo ingiustamente sospettato, trascinato in una storia infamante per una semplice coincidenza: "La mia unica colpa è stata quella di aver lavorato alla ristrutturazione di quella cascina, nient'altro. Io non ho fatto niente di male. Il signor Onofri mi trattava bene, mi ha sempre pagato, non ho nulla contro di lui". Ha recitato da grande attore davanti ai taccuini e alla telecamere, ha fatto interviste televisive pagate non si sa quanto. Lui i compensi li chiedeva sempre. Li ha chiesti a tutti: "Ho bisogno di soldi, non lavoro più da quando la polizia mi segue tutti i giorni. Ho perso del lavoro, come faccio a presentarmi in un cantiere se poi arriva la polizia e mi porta di nuovo in Questura?". Cacciava via giornalisti e telecamere dal suo giardino e poi li richiamava per vedere se potesse ricavarne qualcosa. E diceva anche: "Il bambino è il cuore di una famiglia e non si può togliere il cuore a una famiglia". Gli inquirenti lo hanno sospettato perché il suo alibi ha cominciato a traballare quasi subito. Grazie agli uomini della polizia è stato scoperto. La barista di Casaltone l'ha ripetuto in tutte le salse: "Questo signore qui nel mio bar dalle 19 e 30 alle 20 e 15 del 2 Marzo non c'è mai stato. Lo so perché a quell’ora nel mio bar era vuoto". E lui a ripetere: "L'alibi ce l'ho, verrà chiarito tutto".