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Bestie di Satana, la setta degli orrori

MILANO - Con le condanne di oggi inflitte dalla seconda Corte d'Assise d'Appello di Milano ai cinque membri delle “Bestie di Satana”, si chiude un nuovo capitolo giudiziario degli esponenti della setta accusati dell'omicidio e dell'occultamento di cadavere di Mariangela Pezzotta (27 anni), Fabio Tollis e Chiara Marino (16 e 19 anni) e dell'induzione al suicidio di Andrea Bontade.

L'inizio dell'indagine. Il lavoro degli investigatori inizia con l'omicidio di Mariangela Pezzotta, figlia di un esponente varesino di Forza Italia e con l'individuazione, pressoché in flagrante, del suo assassino, l'ex fidanzato, Andrea Volpe (30 anni), e della sua attuale fidanzata, Elisabetta Ballarin (19 anni). Agli inquirenti si apre la pista del disagio e della devianza giovanile, dell'uso smodato di droghe e alcool. Dell'ossessione sessuale e del giro di amicizie degli incriminati. Le cronache iniziano ad accennare al cosiddetto "satanismo acido".

I primi delitti. Chiara Marino e Fabio Tollis scomparvero da Milano il 17 gennaio del 1998. La sera della loro scomparsa erano con alcuni amici in un pub di Milano, frequentato anche da Volpe. Escono intorno alle 23,30 escono dicendo che sarebbero andati a telefonare, ma da quel momento non si hanno più loro notizie. I loro corpi furono ritrovati in una buca nei boschi di Somma Lombardo solo sei anni dopo, il 28 Maggio del 2004. A portare la magistratura alla scoperta dei delitti delle “Bestie di Satana” fu proprio l'omicidio di Mariangela Pezzotta.

Lo chalet degli orrori. L'assassinio, consumato nello chalet degli 'orrori' a Golasecca, fu una decisione collegiale, secondo le affermazioni del reo confesso Andrea Volpe, ex fidanzato della giovane, arrestato dopo il delitto con la sua nuova compagna, Elisabetta Ballarin, e Nicola Sapone, il leader delle “Bestie di Satana”. Mariangela, ha detto Volpe, sapeva troppo.

Le messe nere. Nella baita di Golasecca gli investigatori trovarono una valigetta contenente tutto il necessario per compiere riti satanici: denti, capelli, teschi, un drappo nero, delle candele, immagini del Diavolo e scritti su come si compiono le messe nere. Elementi che fin dal primo momento li misero sulla pista del satanismo. Una pista poi confermata da Volpe, che, nell'interrogatorio davanti al procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, e nell'incidente probatorio dell'ottobre del 2005, ricostruì il massacro di Mariangela Pezzotta, Chiara Marino e Fabio Tollis e svelò molti dettaglio sui misterosi omicidi avvenuti nel Varesotto.

L'omicidio di Mariangela Pezzotta. Il giorno dell'omicidio, tra Andrea Volpe e Mariangela Pezzotta ci fu una violenta discussione: lei gli rinfacciava di averle fatto passare dieci anni difficili, lui sparò e la ferì (ma la ragazza venne poi finita a badilate), obbedendo a un ordine che gli era stato impartito dalla setta, ma che, in un primo tempo, Volpe avrebbe voluto eludere. "Ho telefonato a Mariangela - ha spiegato Volpe - e le ho detto di venire a Golasecca perché volevo metterla in guardia, avvisarla che volevano la sua morte. Per questo quando è arrivata, Elisabetta imbracciava il fucile. Era a scopo intimidatorio. Ma poi ci siamo messi a bere per festeggiare il suo compleanno, Elisabetta è andata in cucina a preparare il caffè e io e lei ci siamo messi a litigare. Allora ho caricato l'arma e ho sparato".

"E ora, zombi, camminate". Volpe svelò che l'uso dell'ipnosi "era una abitudine dei capi per controllare gli adepti" e dei legami con la setta X di Torino. Poi, confermò la sua partecipazione all'uccisione di Fabio Tollis e Chiara Marino, raccontando delle coltellate e dei colpi di mazza inferti alle due giovani vittime, del riccio che fu loro messo in bocca per non far sentire le urla, dell'urina sui loro cadaveri ormai coperti di terra e dell'ultima esortazione: "E ora, zombi, camminate se potete".

I motivi. Quanto alle ragioni del duplice omicidio, secondo quanto riferito da Volpe, Fabio fu ucciso perché non avrebbe avuto la forza di reggere all'omicidio di Chiara, ammazzata perché voleva uscire dal gruppo. Ma, oltre agli omicidi di Fabio Tollis, Chiara Marino e Mariangela Pezzotta, alle “Bestie di Satana”, furono ricondotti, più o meno direttamente, anche altri inquietanti episodi avvenuti nel Varesotto, come la morte di Andrea Ballarin, che il 7 maggio 1999 fu trovato impiccato sulle scale della sua scuola, o quella di Angelo Lombardo, un 28enne trovato bruciato nel cimitero di Legnano nel dicembre dello stesso anno. E ancora a Legnano, il 5 Maggio 2004, viene trovato impiccato Luca Colombo, un amico di Nicola Sapone.

Suicidio indotto. Un'altra morte misteriosa fu quella di Stefano Bontade, uno degli “anziani” della setta, che, con gli altri, aveva contribuito a scavare la buca dove furono seppelliti Chiara Marino e Fabio Tollis. Tuttavia Bontade, temendo per la sua incolumità, aveva deciso di tirarsi indietro. Fu trovato morto in circostanze sospette: si suicidò la notte del 21 Settembre 1998 schiantandosi con la propria auto.

La scelta degli adepti. Due erano i modi utilizzati dalle “Bestie di Satana” per scegliere gli adepti: al candidato poteva essere imposto di gettarsi a peso morto, dopo una lunga corsa, contro le siepi del parco prescelto per il rito, senza lamentarsi per il dolore, oppure di bere un cocktail di alcol e droghe e fare capriole senza vomitare, bestemmiando ad alta voce.

Il rito. Alcol, droga e bestemmie erano gli elementi indispensabili delle messe nere che venivano celebrate nei boschi della provincia lombarda, sotto la guida dei capi spirituali, a turno Sapone o Volpe, che orientavano il pentacolo con la bussola per consentire il collegamento con altre sette. La musica. Un altro elemento fondamentale era la musica: 'Hell awaits', l'inferno aspetta, è il disco della metal band americana degli Slayer, che le 'Bestie di Satana' mettevano a tutto volume durante i rituali.

(15 Maggio 2007)

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