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Jean-Michel Kraveichvilj e Nadine Mauriot

L'ultimo duplice delitto avviene nella campagna di San Casciano Val di Pesa in frazione Scopeti, all'interno di una piazzola attorniata da cipressi, in cui erano solite appartarsi le giovani coppie. Le vittime sono due giovani francesi, Jean-Michel Kraveichvilj, musicista venticinquenne, e la trentaseienne Nadine Mauriot, commerciante, madre di due bambine piccole, recentemente separata dal marito, entrambi provenienti da Audincourt. Le vittime sono accampate in una piccola tenda canadese a poca distanza dalla strada. L'omicidio è stato fatto risalire alla notte di Domenica 8 Settembre 1985, o quantomeno questa è la data ammessa al Processo a carico dei Compagni di Merende, e tutt'oggi considerata la data del delitto. Tuttavia i due turisti potrebbero essere stati uccisi precedentemente, nella notte tra Sabato e Domenica, come i rilievi tanatologici - fatti eseguire dall'avvocato Nino Filastò al professor Maurri, uno dei massimi esperti del campo - sembrano suggerire. Le modalità dell'aggressione sono simili a quelle precedentemente messe in pratica dall'omicida, eccettuato il fatto che in questo caso le vittime non si trovavano in auto: il mostro - dopo aver reciso con un coltello il telo esterno della tenda, sulla parte posteriore, si sposta verso l'ingresso della tenda e spara. Nadine muore all'istante, il giovane Jean-Michel, ferito non mortalmente, riesce a fuggire attraverso il bosco ma viene raggiunto dall'omicida, che lo finisce a coltellate e poi ne occulta il corpo cercando di nasconderlo in una pila di rifiuti poco distante dalla tenda. In seguito alle escissioni compiute sul pube e sul seno sinistro, anche il cadavere della donna viene in qualche modo occultato; l'omicida infatti si cura di sistemarlo all'interno della tenda in modo che non sia visibile. In linea generale il modus operandi particolare attuato dall'omicida in quest'ultimo delitto, lascia presupporre che l'assassino avesse l'intento di ritardare la scoperta dei corpi. Infatti un brandello del seno della ragazza viene spedito alla Procura della Repubblica di Firenze, in una busta con l'indirizzo composto da lettere di giornali ritagliate, indirizzato alla dottoressa Silvia Della Monica, PM incaricato delle indagini sul mostro. La scoperta dei corpi avverrà, per puro caso, poche ore prima che la lettera giunga in Procura, vanificando così il macabro piano dell'omicida.

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