Il 25 Marzo 1998 Massimino Gualillo, sopra nella foto, e Candido Randò vengono ritrovati uccisi. Probabilmente i due metronotte sono da annoverare tra le vittime del serial killer della Liguria, la polizia sta comunque indagando sui possibili legami con la impressionante serie di omicidi. Il 24 Marzo, dal racconto di un giovane viado, Julio Castro detto Lorena, che ha appena varcato un cancello a bordo di una Mercedes nera di un cliente occasionale, nota che questi ha una pistola nei pantaloni. "Ho capito subito che mi avrebbe ucciso visto che quando ha fermato l'auto nel giardino della Minerva la mia portiera era bloccata da un albero e non potevo aprirla e scappare". In quel momento sopraggiungono i due metronotte nel solito giro di ispezione nella località Barbellotta, sulla strada che porta da Novi Ligure a Serravalle, notano immediatamente che il cancello automatico di Villa Minerva, una elegante palazzina in ristrutturazione, è aperta. Entrati per un controllo sorprendono l'omicida in compagnia di Lorena. Lo sconosciuto, sempre secondo il racconto del viado, un attimo prima di voltarsi, nota i fari e le divise dei metronotte, la reazione è immediata, spara e ferisce i malcapitati, poi, con calma scende e finisce il "lavoro" sparando alla testa dei due il colpo di grazia. Tornato all'auto, esplode sei colpi di pistola calibro 38 a tamburo, nello stomaco e l'avambraccio del malcapitato viado che miracolosamente si salva. Attualmente Lorena è forse l'unico testimone che ha visto il volto del seria killer della Liguria, infatti, sempre dietro sue indicazioni, è stato disegnato dagli inquirenti l'Identikit ufficiale. Secondo i sessuologi Giorgio Abraham e Iole Baldaro Verde l'assassino ha sparato alle guardie giurate solo per la vergogna d'essere colto in flagrante "diversità".