Domika Hoxhollari
|
Il 6 febbraio del 1997 una prostituta albanese di 20 anni viene trovata morta ad Albenga. Il suo assassino le sparò un colpo alla testa. Gli investigatori seguirono la pista del racket della prostituzione e quella del raptus di un cliente occasionale. Dopo la scoperta degli altri delitti entrambe le piste sono state accantonate. Ma ricostruiamo i fatti. Quel pomeriggio Angelo Parodi agricoltore, proprietario del terreno, ha intravisto in una fossa adiacente un cumulo di vestiti. Subito dopo dietro la porta vetrata della sua serra, il corpo senza vita di una donna. Il cadavere si scoprirà essere quello di Domika Hoxhollari, una delle tante, sfortunate, lucciole d'importazione. L'autopsia, è eseguita da un romano di 36 anni, Marco Salvi, che lavora all'istituto di medicina legale di Genova. Nel suo rapporto Salvi, scrive che nel corpo della sfortunata donna, vengono trovati due proiettili. Uno all'altezza del rene destro, fermatosi su una vertebra, il secondo proveniente dalla parte destra della fronte, e fermatosi nella parte interna posteriore della scatola cranica. Le analisi rivelano che la donna non ha subito violenza fisica, ne violenza carnale. Nella ricostruzione della dinamica del delitto, la vittima è stata fatta spogliare completamente, successivamente sono stati esplosi i due colpi, uno presumibilmente in piedi, l'altro di fronte quando oramai era sdraiata per terra. Visto che, anche in questo caso, il foro di ingresso del proiettile, aveva il diametro di circa un centimetro, i periti balistici ne deducono che debba trattarsi di una pistola calibro 38. Sul luogo del delitto, nonostante le accurate ricerche, non si è riusciti però a trovare nessun bossolo per poterlo così comparare con gli altri e stabilire con certezza la provenienza dalla solita arma. Attualmente le diverse analogie in comune con gli altri casi, fa presumere agli inquirenti che si tratti sempre del solito assassino.