L'Associazione
Serial Killer
Casi irrisolti
Pubblicità
L'opinione
News
Store
Link utili
Cinema
Libri
Serial Pixel
Area sondaggi
Rassegna Stampa
Sala multimediale
Virtual Tears
spacer
ATTENZIONE! Da oggi, nell'area STORE, potrete acquistare dei gadget personalizzati con il marchio "SERIAL KILLER CULT". Per maggiori informazioni contattate direttamente la redazione alla E-mail: info@serialkiller.it. Distinti saluti 
Il parere dell'esperto
Per capirne di più su questo caso, e conoscere anche il parere di un esperto, ne abbiamo parlato con Paolo De Pasquali, psichiatra e criminologo. Dottor De Pasquali, da psichiatra, si è fatto un'idea circa il movente che può aver spinto l'assassino di Simonetta Cesaroni a colpire? "Premetto che non mi sono occupato direttamente della vicenda, dunque le mie considerazioni sono esclusivamente frutto di quanto ho appreso dai giornali e dalla collaborazione con professionisti che hanno lavorato al caso. L'omicidio della povera Cesaroni è caratterizzato da marcate componenti sessuali: corpo nudo, lasciato dall'assassino in posizione lubrica, trafitto da 29 coltellate in zone erogene e agli occhi. Una possibile (e credibile) interpretazione di questi fatti indica il killer come un soggetto di sesso maschile, con gravi disfunzioni sessuali (impotenza), che ha ucciso dopo essere stato respinto dalla vittima e dopo aver tentato inutilmente di violentarla. Infatti il coltello può essere psicodinamicamente considerato un "sostituto fallico", ossia è un oggetto utilizzato da uomini impotenti o con gravi disturbi della sessualità, come indicato anche dalle parti del corpo attinte dalla lama: l'aggressore, che col suo pene non ha potuto penetrare i genitali della vittima, lo fa con il coltello, oggetto appuntito, come il pene eretto (che egli non può esibire). L'accanimento sugli occhi della vittima potrebbe indicare che il killer abbia voluto punirla per averlo guardato nel momento del suo fallimento: lui non vuole guardare il suo insuccesso negli occhi di lei. L'analisi della scena del crimine parla dunque di un omicidio non premeditato ma volontario, commesso da un uomo forte ed agile, che conosceva la ragazza, il condominio, che frequentava lo studio. E' probabile che, dopo il delitto, sia stato aiutato da qualcuno che poi avrebbe dovuto anche aiutarlo, in un secondo tempo, a far sparire il corpo."


Secondo lei, quali aspetti di questa vicenda hanno colpito l'opinione pubblica in modo particolare?

"Il pubblico è attratto principalmente dagli omicidi, soprattutto sessuali e familiari e dai "gialli", ossia dai casi irrisolti. Nel delitto Cesaroni sono presenti tre di questi fattori: l'omicidio, la connotazione sessuale, l'assassino misterioso. A ciò si aggiunga che il delitto è avvenuto d'estate (altro topos della cronaca nera), a Roma, e in un ufficio sul quale grava l'ombra dei servizi segreti. Quindi tante piste diverse, tante ipotesi diverse, possibili depistaggi. Infine, tutti i personaggi della storia, particolarmente i più sospettati, sono assai peculiari."


A breve, si avranno i risultati delle nuove analisi effettuate dal RIS, risultati che potrebbero portare ad una svolta nell'inchiesta. Pensa che bastino delle prove scientifiche a giungere alla verità o saranno comunque necessarie indagini (all'epoca dei fatti molto superficiali) sulle "personalità" che popolano questa vicenda?


"In verità, le prove scientifiche, prese da sole, assai di rado bastano a risolvere un giallo. Non si può mai prescindere dalla ricostruzione logica di una cornice nella quale inserire le "prove tecniche". Quindi queste ultime devono corroborare una ricostruzione della criminogenesi e della criminodinamica del delitto, altrimenti i conti non tornano. Per il caso in oggetto, sarebbe naturalmente un passo molto importante se si riuscisse ad individuare un codice genetico definito dal sangue reperito sui vestiti della Cesaroni e nel lavatoio del condominio. Questo codice genetico, raffrontato con quello delle persone sospette già individuato 15 anni fa potrebbe dirci finalmente il nome dell'assassino. Tuttavia quel sangue potrebbe appartenere anche ad una persona che all'epoca non era indiziata (le indagini non furono condotte bene) e allora la risposta del giallo sarebbe ancora lontana. E' comunque indispensabile che ogni persona implicata nella vicenda sia nuovamente "vagliata" e che trovi una collocazione logica nel quadro del delitto, alla luce non solo delle nuove risultanze tecniche, ma anche di una "rilettura" più accurata delle testimonianze dell'epoca."




LE INDAGINI SCIENTIFICHE
Conosciuti dal grande pubblico soprattutto per la fiction "RIS-Delitti imperfetti" , andata in onda su Canale5 lo scorso gennaio (e tratta dall'omonimo libro del Tenente Colonnello Luciano Garofano), i carabinieri addetti alle investigazioni scientifiche sono in realtà attivi da moltissimi anni. Fondato il 15 dicembre 1955, il RACIS ( Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche) è organizzato secondo un Reparto Addestramento, uno di Analisi Criminologiche vero e proprio ed uno Tecnico, che si occupa prevalentemente della sperimentazione e del controllo delle qualità delle tecniche stesse. Alle dipendenze del RACIS i quattro reparti del RIS di Parma, Roma, Messina e Cagliari che, così dislocati, coprono le indagini in tutto il territorio nazionale; ciascun reparto è articolato in sezioni responsabili delle singole branchie della criminalistica, quindi chimica e biologia, balistica, telematica, fotografia giudiziaria, grafica e fonica. Negli ultimi anni, l'intervento degli uomini del Ris è stato, se non fondamentale, sicuramente di grande aiuto agli investigatori per portare avanti le indagini ed ai magistrati per condannare o assolvere anche sulla base di logici ed inconfutabili dati scientifici. E' stato proprio un "sillogismo scientifico", per così dire, a far condannare in primo grado a trent'anni Annamaria Franzoni, accusata dell'omicidio del figlio Samuele. E'la mattina del 30 gennaio 2002 quando il bambino, tre anni, viene ucciso con diciassette colpi alla testa negli otto minuti scarsi in cui la madre si allontana dalla villetta di Cogne per accompagnare l'altro figlio allo scuolabus. Movente ignoto, modalità del delitto ignote, arma del delitto ignota: quindi, assassino ignoto. Fino al 19 luglio 2004, data della condanna, per cui Annamaria Franzoni ha ucciso il figlio in un raptus di follia dopo averlo portato nel letto della sua camera e prima di uscire con Davide, sei anni, con un'arma mai trovata ed identificata (ma come ha fatto la donna a farla sparire se si è allontanata solo per pochi minuti?). Quando gli uomini del Ris di Parma entrano per la prima volta in quella villetta, alle 13,45 del giorno successivo all'omicidio, la scena del delitto è stata irrimediabilmente compromessa dalle tredici persone che sono entrate ed uscite prima che venissero apposti i sigilli. Effettuano una trentina di sopralluoghi, esaminano quindici sacchi di reperti, analizzano trenta macchie di sangue: sono proprio le macchie di sangue a determinare, appunto, quel "sillogismo scientifico" per cui, visto che gli zoccoli presentano delle macchie di sangue impresse per proiezione (quindi erano indossati al momento dell'omicidio) e non calpestate da chi li ha indossati in seguito, e quegli zoccoli sono di Annamaria Franzoni, è lei la colpevole. Ma molte domande restano ancora senza risposta (prime fra tutte quelle relative proprio all'arma del delitto), e può non essere condivisibile la condanna di una persona nonostante molti dubbi non chiariti e solo perché è l'unica sospettata. I Ris, tra gli altri casi, sono intervenuti anche a Portofino, quando l'8 gennaio 2001 la contessa Francesca Vacca Agusta muore precipitando in mare da uno strapiombo, a Villa Altachiara, ma in questo caso le analisi e le indagini non incastrano nessuno: la contessa è davvero morta per una tragica fatalità, è scivolata su delle foglie bagnate ed è caduta in mare. E'quindi anche sulla base dei rilievi scientifici che il pm della Procura di Chiavari, Margherita Ravera, chiede nel 2004 l'archiviazione del caso, prosciogliendo l'ambiguo Maurizio Raggio, la confidente e dama di compagnia di Francesca, Susanna Torretta, ed il suo ultimo compagno, il messicano Tirso Chazaro.


Come i Carabinieri, anche la Polizia dispone di un suo reparto di indagini scientifiche, la UACV (Unità di Analisi dei Crimini Violenti). Il percorso investigativo degli uomini della UACV si articola in quattro punti fondamentali (corrispondenti ad altrettanti settori denominati "progetti speciali") che sono l'analisi della scena del crimine, sia in laboratorio sia in termini logistici, l'analisi delle informazioni e l'analisi del comportamento, di specifica derivazione e tradizione anglosassone. Tra i casi più tristemente celebri seguiti dagli investigatori della UACV c'è quello dell'omicidio di Marta Russo... ma di questo ed altri delitti ancora vi parleremo inseguito.
Cerca nel Sito
 
Rassegna Stampa
  
 

Entra nella community di Serial Killer e lascia messaggi sul nostro Guestbook.


ATTENZIONE! Da oggi puoi seguirci anche su FaceBook e Twitter e interagire con noi tramite questi popolari social network. Buona visione


spacer
spacer
spacer
(C) Copyright 2010 by Serial Killer Cult ® - P.I. 90022850508