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Giovedì 7 Maggio 1998. Finalmente dopo una serie di complesse indagini, è stato catturato il famigerato serial killer, soprannominato "Il giustiziere". L'uomo accusato degli omicidi commessi in Liguria è forse coinvolto in altri fatti di sangue rimasti insoluti, avvenuti in altre regioni Italiane. Si chiama Donato Bilancia e ha avuto precedenti penali. Possiede una Mercedes scura e una pistola calibro 38.

Ma passiamo alla cronologia giornalisticha dei fatti: VENTIMIGLIA - Mercoledì 15 Aprile. Adesso non è più solo un'ipotesi. L'omicidio delle sette prostitute, forse dei dei due metronotte: Candido Randò, Massimino Gualillo, di Elisabetta zoppetti, uccisa a sangue freddo sul treno Genova Venezia e infine di Maria Angela Rubino, nella toilette di una carrozza ferroviaria, scoperto sabato notte a Ventimiglia, è quasi certamente opera di un maniaco. Un assassino che sorprende donne sole sui treni, le blocca e le uccide con un'arma di grosso calibro, probabilmente una Smith Wesson calibro 38 special con proiettili "scamiciati" che servono letteralmente a devastare la parte del corpo dove penetrano. Autentiche, feroci esecuzioni, prima delle quali il killer fa inginocchiare le sue vittime quasi volesse umiliarle, trattarle come oggetti, o forse redimerle dai loro peccati, non senza curarsi freddamente di usare un loro indumento per attutire il colpo. E così, sulla Liguria, ora si allunga decisamente l'ombra del maniaco, come lo avuto a suo tempo la toscana con il "Mostro di Firenze". Impressionanti sono le analogie tra l'omicidio di Ventimiglia quello di una settimana fa, il giorno di Pasqua, sull'Intercity La Spezia - Venezia, con vittima un'infermiera milanese, Elisabetta Zoppetti: delitti "fotocopia", li ha definiti un investigatore. Ma alla mente ora tornano prepotentemente anche molti altri delitti, che negli ultimi mesi hanno insanguinato la Liguria di ponente, sette prostitute uccise sull'asse Genova - Savona: quattro di loro sono state assassinate con un colpo di pistola alla testa ancora la famigerata calibro 38 probabilmente il 9 Marzo, il 18 e il 29 dello stesso mese e infine il 14 Aprile. E il sospetto di un "Serial Killer" avvolge anche il duplice delitto dei due metronotte a Novi Ligure (Alessandria) freddati dal cliente di un viado, Julio Castro detto "Lorena" a sua volta ferito gravemente, e scampato miracolosamente alla morte la notte del 24 marzo. Le prime dichiarazioni degli investigatori sono prudenti: ammettono che la mano che uccide sui treni è la stessa, ma rimandano ad ulteriori accertamenti, perizie tecniche, analisi specifici, per sbilanciarsi sugli omicidi delle prostitute. Ma la realtà e la ragionevole paura di nuovi omicidi che si sono susseguiti in maniera impressionante, impongono risposte immediate. Lo sa il PM di Sanremo, Giovanni Maddaleni, che ha preteso per l'autopsia di Maria Angela Rubino lo stesso medico legale di Verona che ha esaminato Elisabetta Zoppetti, al fine di stabilire in maniera inequivocabile eventuali analogie. Lo sa anche troppo bene Ruggero Perugini dirigente della squadra anti mostro, che a poche ore dal delitto di Ventimiglia era già in Liguria per indagare su questo sconcertante caso, e lo sa bene il questore di Imperia Nicola Cavaliere che ha lanciato un accorato appello alla collaborazione a tutti quelli che sanno o anno visto qualcosa. Sul treno dove è stata uccisa Maria Angela hanno viaggiato, sabato sera, centinaia di persone. Eppure. Nessuno, finora, sembra aver visto o sentito nulla. Non è stato possibile ricostruire nemmeno in quale scompartimento era seduta la ragazza ed il suo biglietto non è stato purtroppo vidimato. Ogni indicazione può essere utile agli investigatori per non precipitare nelle congetture e per non rimanere impigliati negli indizi più labili come il mistero delle borsette delle due vittime dei treni, tutte e due trovate abbandonate negli scompartimenti. Illogico pensare che una donna vada alla toilette di un treno lasciando la borsetta sul sedile. Se è stato l'assassino a lasciarle, perché le avrebbe prese? Forse per firmare in maniera inequivocabile i delitti. Questa e altre mille domande attendono gli inquirenti, e comunque è già partita la grande caccia. Il questore ha ordinato di controllare tutti gli alberghi di Ventimiglia, Bordighera e della fascia costiera. Dalle prime ore di questa mattina sono stati identificati tutti coloro che hanno lasciato le stesse località con treni, autobus, e altri mezzi. L'ipotesi, legata anche al giallo della borsetta, è infatti che l'omicida sarebbe sceso dal treno a Ventimiglia, stazione di arrivo, alle 22.23 di sabato sera. E da quel momento dalla stazione di confine non parte alcun treno fino alla mattina. Per cercare di comprendere le prime mosse dell'assassino è necessario ripercorrere la giornata di Maria - Angela Rùbino, il suo ultimo viaggio ad Albenga per rendere omaggio ad uno zio, morto nell'ospedale di quella cittadina. Il diretto 2888 è partito da Genova Brignole alle 19 ed è arrivato puntuale ad Albenga alle 20.46: è un treno che ferma in tutte le stazioni, un treno di pendolari formato da sei carrozze di prima, tutte declassate. Difficilmente chi vuole raggiungere Ventimiglia da Genova si affida a questo locale che impiega tre ore e mezza, quando con un Intercity si può risparmiare oltre un'ora di tempo, pochi sono poi i viaggiatori che raggiungono la fine corsa a Ventimiglia. Da Albenga a Ventimiglia ci sono quattordici stazioni, quattordici occasioni per l'assassino. L'omicidio può essere avvenuto in un momento qualsiasi fra le 20.46 e le 22.25. e nelle ultime stazioni può essere avvenuto senza testimoni, in un treno quasi vuoto. A Ventimiglia il treno si svuota e rimane fermo sul binario 6 in attesa degli addetti alla pulizia degli scompartimenti. Quella sera arrivano in due: Carmelo Matroni e Antonello Nicodemi, intorno alle 22,45. Passano pochi minuti prima che si fermino davanti alla porta chiusa della toilette e decidano di aprirla, e scoprano la ragazza assassinata. Per ora questi omicidi sono stati eseguiti da un Killer inafferrabile, ma con la collaborazione di tutti forse riusciremo a ricostruire e far quadrare tutti i tasselli di questa tragedia. Gli inquirenti anno diffuso anche un loro Identikit, integrato subito dopo pochi giorni di indagini e testimonianze, da un secondo Identikit per ora quello ufficiale, che forse può aiutare chiunque lo abbia incontrato a riconoscerlo e denunciarlo.

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