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Dennis Nilsen

Dennis Nilsen da molti è considerato come l'equivalente britannico dello statunitense Jeffrey Dahmer e in effetti le somiglianze tra i due personaggi sono notevoli: entrambi omosessuali, entrambi solitari, entrambi necrofili, entrambi dediti ad atti riprovevoli e disgustosi oltre ogni limite. Questa è la sua storia. Dennis Nilsen nasce a Fraserburgh, sulla punta orientale dell'Aberdeenshire in Scozia, il 23 novembre 1945, da Betty Whyte e Olav Nilsen, un marinaio dell'Esercito Norvegese, che combatteva contro l'occupazione tedesca. Fin da subito, quell'unione si dimostrò un fallimento. I due si sposarono il 2 maggio 1942, ma Olav, era quasi sempre via per adempiere al proprio dovere di soldato. Quel poco tempo passato sotto il tetto coniugale gli bastarono, però, per mettere al mondo tre figli: Olav Junior, Dennis, e Sylvia. Dopo soli sette anni di tormentata convivenza, infatti, divorziarono così lui e la madre andarono a vivere dai genitori di lei. Il ragazzino si affezionò molto al nonno materno, Andrew Whyte, l'unica persona con la quale aveva veramente legato e creato un rapporto profondo. L’anziano ogni tanto lo prendeva sulle sue possenti spalle e lo portava a fare lunghe passeggiate al porto, attraverso la grande spiaggia, fino alla cittadina di Inverallochy. Gli raccontava storie del mare, dei suoi pericoli e delle proprie avventure marinaresche. Lo ammirava moltissimo. Tra le sue braccia si rilassava a tal punto che spesso tornava a casa addormentato. Nonostante la sua ferma moralità e la sua rigidità, nonno Andrew, era per Dennis l'unico vero punto di riferimento: lo guardava uscire sotto il vento e la pioggia battente per andare a pescare e finché non tornava la sua vita diventava vuota. Purtroppo un brutto giorno morì e la madre, stupidamente, lo costrinse a vedere il corpo esanime senza averlo prima preparato psicologicamente. Per questo motivo Dennis subì un trauma che lo condizionò per il resto della sua vita. Successivamente lei si risposò ed ebbe quattro figli dal nuovo matrimonio. Andrew intanto diventava un adolescente sempre più solitario. Contrariamente agli altri Serial Killer che si dimostrano violenti fin da bambini, Dennis non scaricò la sua collera nei confronti di altri coetanei, torturando animali oppure manifestando altri tipi di comportamenti asociali riscontrati in casi simili... Lui era inorridito dalla cattiveria e dalla crudeltà che vedeva negli altri. Da giovinetto non ebbe mai esperienze sessuali complete, ma era attratto dagli altri ragazzi, rimanendo comunque sempre in disparte. Una volta raccontò di aver visto il corpo nudo di suo fratello mentre dormiva. Lo attraeva il suo pene in erezione. Ne fu turbato ma la cosa finì li. Nel 1961 si arruolò e divenne cuoco, addetto all'approvvigionamento militare. Negli ultimi mesi di servizio conobbe Brian Masters, soprannominato da Andrew "Terry Finch", di cui si innamorò perdutamente ma la storia terminò presto dato che il suo sentimento non era corrisposto. Nel 1962 tentò di diventare agente di polizia, perché era molto affascinato dal vedere i corpi morti durante le autopsie. Questo lavoro però si rivelò non essere adatto a lui e lo lasciò dopo un anno. Successivamente trovò un impiego come addetto alle assunzioni che conservò fino al suo arresto. Lì incontrò David Painter, un giovane uomo in cerca di un lavoro, e lo invitò nel suo appartamento. Passarono la notte insieme e quando Painter si svegliò trovò Nilsen che lo stava fotografando in posizioni particolarmente spinte. In seguito alla conseguente denuncia Nilsen fu interrogato dalla polizia e subito rilasciato. Nel 1965 si trasferì il un appartamento al piano terreno con giardino al 195 di Melrose Place a nord di Londra, con un uomo, David Gallichan, che negò il fatto che la loro amicizia fosse omosessuale. Due anni dopo a causa di incomprensioni, che causarono problemi di convivenza ad entrambi, Nilsen ordinò a Gallichan di andarsene. In seguito confessò che era spaventato all'idea di finire i suoi giorni i solitudine, scrisse: "La solitudine a lungo andare è una sofferenza insopportabile" così, per colmare questo vuoto nella sua vita, si gettò a capofitto nel lavoro, bevendo sempre di più e alienandosi per ore davanti al televisore. Dal 1978 in poi, Londra visse momenti di terrore; l'ossessione di rimanere solo portò Dennis ad uccidere omosessuali e sbandati che si aggiravano nei sobborghi della city facendoli ubriacare, strozzandoli e poi seppellendo i corpi sotto le assi del pavimento e nel giardino di casa. La prima vittima fu un uomo, che Dennis incontrò in un pub e dopo averlo adescato si misero a bere. Il passo successivo fu quello di invitare il giovane nel suo appartamento e giunti lì andarono a letto insieme. Nilsen si svegliò poco dopo, e realizzando che l’ospite se ne sarebbe presto andato, si sollevò dal letto, prese una cravatta e cercò di strozzarlo avvolgendogliela intorno al collo e trascinandolo lungo il pavimento. Quando finalmente lui si destò, ci fu una violenta colluttazione e la vittima perse i sensi. Dennis allora corse in cucina, prese un secchio pieno d'acqua e vi mise la testa del povero malcapitato che morì annegato. Successivamente, gli afferrò il corpo, lo portò in bagno, lo lavò, poi lo rimise nel letto. Ora il suo giovane amico non poteva più andarsene e Nilsen aveva raggiunto il proprio obiettivo. Dichiarò in seguito che aveva trascorso il Natale da solo e non voleva fare lo stesso per il nuovo anno. Ora aveva qualcuno con cui festeggiarlo. In seguito uscì e andò in ferramenta a comprare un coltello elettrico e una pentola... Arrivato a casa provò senza successo a fare sesso con il corpo esanime. Si alzò, mangiò cena e guardò tranquillamente la televisione con il cadavere disteso sul pavimento. Non sapendo dove nasconderlo il giorno seguente la depose sotto le assi del pavimento. La settimana successiva rimosse le assi e trovò il corpo sporco. Lo lavò, immergendosi a sua volta nella medesima vasca, e poi si masturbò sul cadavere. Successivamente rimosse di nuovo le assi del pavimento e vi rimise il corpo, dove rimase per sette mesi e mezzo, fino a quando Nilsen, non decise di bruciare i resti aggiungendo della gomma per mascherare l'olezzo proveniente dalle carni in decomposizione. La vittima non fu mai identificata. Nilsen era attonito per quanto aveva commesso. Credeva di non esserne più capace, ma si sbagliava. Accadrà ben quattordici volte prima di essere assicurato alla giustizia. Nell'ottobre del 1979, circa un anno dopo il primo omicidio, un giovane studente cinese omosessuale, Andrew Ho, andò a casa di Nilsen per provare alcuni giochi erotici di sottomissione. Dennis, non sapendo bene come comportarsi, gli mise una cravatta attorno al collo dicendogli che quello stavano facendo era pericoloso. Ho, intuendo qualcosa, scappò e informò la polizia, che però non gli diede retta. Nel 1981, Dennis Nilsen uccise dodici persone nel suo appartamento, le uniche che furono identificate furono: Kenneth Ockendon, Martyn Duffey, Billy Sutherland e Malcom Barlow. Molti di loro erano giovani disoccupati o senza tetto in cerca di quattrini, altri solamente omosessuali che effettuavano prestazioni sessuali a pagamento. Il 3 Dicembre 1979 incontrò in un pub, durante l'ora di pranzo, Kenneth Ockedon un turista canadese. Bevvero insieme per molte ore, fecero un giro turistico per Londra e finirono nell'appartamento degli orrori. Dennis era felice della compagnia di Kenneth, ma al solo pensiero che il giorno seguente il giovane turista sarebbe ripartito lo spaventò a tal punto che lo strangolò con il cavo elettrico delle cuffie, trascinò il corpo sul pavimento e si sedette ad ascoltare qualche brano di musica. Successivamente lo spogliò e lo mise nella vasca da bagno per lavarlo. Una volta finito mise il cadavere nel letto e dormì con la vittima accarezzandola di tanto in tanto. La mattina rinchiuse il corpo nell'armadio, ne gettò i vestiti e andò a lavoro. Il giorno seguente, riprese il cadavere, lo lavò nuovamente, poi lo vestì, lo fece sedere su una sedia e scattò qualche foto insieme a lui in varie pose, dopodiché lo distese sul letto, gli legò braccia e gambe e gli parlò come se potesse ascoltarlo, fece sesso con il corpo della vittima e quando ebbe finito lo infilò sotto le assi del pavimento. Cinque mesi dopo, colpì ancora. Questa fu la volta di Martyn Duffey, un giovane senza tetto, che malauguratamente accettò l'invito di passare la notte a casa sua. Dopo due birre andarono a dormire, ma durante la notte Dennis si svegliò, e dopo avergli bloccato le braccia lo strangolò. Era ancora vivo, ma per poco! Il killer terminò l’opera trasportando il cadavere in cucina annegandolo nel lavandino pieno d'acqua. Poi ripeté la sua macabra routine. Trascinò il cadavere nel bagno, lo lavò, se lo rimise nel letto, prese a baciarlo in tutto il corpo infine si sedette sul corpo e si masturbò più volte. Questa la descrizione di Dennis Nilsen riguardo l'omicidio: "Mi ricordo che stavo a cavalcioni su di lui con le sue braccia intrappolate nella coperta. Lo strangolai con tutta la mia forza, nell'oscurità quasi completa, con solo una lampada accesa da sotto. Mentre stavo su di lui sentii che il mio sedere si stava bagnando. L'urina aveva attraversato le coperte e i miei jeans. Quando fu abbastanza floscio, lo tirai per le caviglie fino all'orlo della piattaforma e misi i piedi sulla scala. Lo tirai sulle mie spalle e lo portai al piano di sotto. Era privo di conoscenza ma vivo. Lo misi giù, riempii d'acqua il lavello, ce lo misi sopra e lo tenni lì fermo con la testa sott'acqua. Devo averlo tenuto immerso per 3 o 4 minuti, poi lo presi in braccia e lo portai in camera. Lo distesi a terra e gli tolsi i calzini, i jeans, la maglietta e le mutande. Lo portai nel bagno. Mi misi io nella vasca stavolta e lui era disteso nell'acqua sopra di me. Lavai il suo corpo. Eravamo tutti e due fradici ma riuscii in qualche modo a mettermi questo peso scivoloso sulle spalle e a portarmelo in camera. Lo misi a sedere sulla sedia in cucina e asciugai sia me che lui, poi lo rimisi sul letto ma senza lenzuola. Era ancora caldo. Gli parlai ancora e gli dissi che il suo corpo aveva l'aspetto più giovanile che avessi mai visto. Lo baciai dappertutto e lo tenni stretto vicino a me. Mi sedetti sulla sua pancia e mi masturbai, poi lo sistemai nell'armadio. Due giorni dopo lo trovai tutto gonfio e finì dritto sotto il pavimento". Martyn restò li per due intere settimane, poi fu riposto sotto le assi del pavimento. Billy Sutherland, 27 anni, era una di quelle persone che andavano con gli uomini per soldi. Nilsen non voleva portarselo a casa ma Billy, stupidamente, lo seguì. Non sapeva a cosa andava incontro... Dennis lo strangolò durante la notte. Malcom Barlow, 24 anni, era un orfano con problemi mentali ed era un mentitore patologico. Nilsen trovò Barlow fuori da casa sua, in preda ad un attacco di epilessia, lo accompagnò dentro la sua dimora e chiamò l'ambulanza che lo portò via. Quando Malcom guarì tornò per ringraziarlo. Nilsen, rincasando, lo invitò ad entrare. Gli preparò la cena e poi si sedette a guardare la TV con lui. Nonostante il trattamento anti-epilettico Barlow chiese e ottenne di bere degli alcolici, poi si addormentò. Dopo un'ora circa, Nilsen andò a svegliarlo, provò a schiaffeggiarlo senza riuscire a rianimarlo. Pensò di chiamare un'altra volta l'ambulanza, ma poi cambiò idea e decise di ucciderlo. Stavolta non perché era interessato a lui ma semplicemente perché Malcom rappresentava un fastidio. Questa la descrizione di Nilsen riguardo all'omicidio: "Strinsi forte con le mani intorno alla sua gola. Mantenei quella posizione per due o tre minuti e lascia la presa. Non controllai, ma credetti che fosse morto (...) Finii il mio bicchiere, spensi la TV e salii a letto. La mattina dopo, non avendo voglia di smontare le assi del pavimento, lo trascinai in cucina, lo sistemai sotto l'acquaio e chiusi lo sportello. Poi andai a lavorare". A questo punto, in preda a un furore mistico, decise di dimenticare e lasciarsi il passato alle spalle. Traslocò sbarazzandosi degli innumerevoli corpi seppelliti nell'appartamento. Alcuni cadaveri vennero smembrati e le parti fatte bollire così da spolparle meglio. Altri vennero tagliati a pezzi per poi essere sotterrati nel giardino. Infine, quel che rimase, venne bruciato in grandi falò. I bambini del vicinato erano attratti da questi fuochi che ardevano tutto il giorno, ne parlarono con i genitori però nessuno trovò nulla da ridire. Dennis andò ad abitare in una soffitta. Non aveva più il giardino, ne spazio sotto le assi del pavimento. Con questo espediente pensò di bloccare la sua stessa furia omicida. Purtroppo questo non bastò perché presto il suo appartamento fu teatro di altri tre omicidi. La prima vittima fu John Howlett, che lui chiamava John la Guardia. Si incontrarono la prima volta in un pub e iniziarono una lunga discussione accompagnata da qualche bicchiere. Alcuni giorni dopo, Nilsen stava bevendo da solo, John passando di lì lo riconobbe e cominciarono a parlare. Il passo successivo fu di andare a casa sua, dove, dopo aver bevuto, andarono a letto. Nilsen provò a dirgli di andarsene, ma lui si rifiutò, allora strappò un legaccio dalla poltrona che lo usò per tentare di strangolarlo. John battè la testa e perse i sensi. A quel punto Dennis lo portò in bagno per annegarlo. Una volta fatto lo lasciò lì tutta la notte. Successivamente lo mise in un armadio così di avere il tempo di studiare un sistema per sbarazzarsi del corpo senza dare nell’occhio. Decise così di farlo in piccoli pezzi e gettarli nel gabinetto. Doveva fare in fretta perché un amico stava venendo a fargli visita. Dato che questo procedimento stava andando piuttosto per le lunghe, decise di bollire alcuni pezzi di carne nella sua cucina, iniziò con la testa, le mani e poi i piedi. Quando le ossa furono separate le gettò nei rifiuti. Quelle più ingombranti le lanciò nel giardino sul retro. Altre le depose all’interno in un sacco, cosparse di sale per poi racchiuderle in una cassapanca. La seconda vittima fu Archibald Graham Allan. Dennis lo ospitò in casa e gli cucinò una frittata. Si assentò un attimo, e al suo ritorno lo trovò immobile. Sembrava che dormisse o che fosse privo di sensi. A quel punto pensò di strangolarlo, ma non lo fece, perché probabilmente l'uomo era stato soffocato da un boccone troppo grande. Nilsen lasciò Allan in una vasca per tre giorni, poi lo sminuzzò come fece con John Howlett. Il terzo uomo a cadere nelle sue mani fu Steven Sinclair, 20 anni, che assumeva sostanza stupefacenti e vagava per Leicester Square. Il 23 Gennaio 1983 alcuni suoi conoscenti lo videro andare via con uno strano individuo. Andarono a casa. Mentre Steven dormiva su una poltrona Dennis andò in cucina e trovò un laccio, poi si sedette a guardarlo provando pietà per lui. Prima di finirlo gli disse: "Ora niente potrà farti del male". Una volta compiuta l’opera rimosse le bende dal braccio di Sinclair scoprendo che di recentemente aveva tentato il suicidio con un rasoio. Seguendo il medesimo delirante schema lavò il cadavere per poi adagiarlo sul letto. Posizionò due specchi sul letto per assecondare le sue perversioni erotiche. Cominciò a parlare con lui e a baciarlo come se fosse ancora vivo. Non aveva idea che proprio quel corpo l'avrebbe tradito, che sarebbe stata la causa della sua distruzione. Successivamente se ne sbarazzò come aveva fatto con i precedenti. Dennis Nilsen, durante il suo lungo delirio, commise alcuni errori che permisero alla polizia di arrestarlo e condannarlo. Un vicino trovò un sacco contenente una cassa toracica e una colonna vertebrale adiacente al proprio giardino. Purtroppo non denunciò il fatto alla polizia. Tra l'altro, i cinque inquilini nella seconda casa dove Nilsen si trasferì, notarono che i gabinetti del piano inferiore non scaricavano correttamente. Insieme provarono a stasarli con dell'acido ma non risolsero nulla. Un idraulico arrivò per investigare, ma i suoi strumenti non erano adatti, allora chiamò uno specialista. A quel punto Dennis Nilsen realizzò che fosse colpa sua, così mise le parti rimanenti del corpo di Sinclair in un sacco di plastica con la testa parzialmente bollita, e il resto nell'armadio, rinunciando a gettare i resti nel suo WC. Due giorni dopo, di sera, una compagnia chiamata Dyno-Rod arrivò per esaminare la colonna di scarico. Decidendo che il problema era nel sottosuolo, il tecnico, Michael Cattran, andò nel tombino dove convogliavano le acque nere degli appartamenti. Michael notò subito un particolare odore, si convinse che proveniva da qualcosa di morto. Infatti ebbe ragione. Trovò trenta o quaranta pezzi di carne provenienti dagli scarichi del palazzo che otturavano il condotto. Tornato in superficie fece rapporto ai suoi superiori e decisero sul da farsi. La compagnia voleva fare un'analisi migliore con la luce del giorno, così rimandarono tutto all’indomani. Verso mezzanotte Nilsen ritornò per rimuovere i pezzi di carne e rimpiazzarli con parti di pollo, così da confondere le acque, poi salì nel suo appartamento e si sedette solo, a bere, circondato dai resti dei tre uomini da lui assassinati. Tuttavia gli inquilini notarono i suoi spostamenti e quando Cattran tornò e trovò tutto pulito, gli riferirono i loro sospetti e chiamarono la polizia. A lavoro, il 9 Febbraio 1983, Nilsen disse a un suo collega: "Se domani non ci sarò, vorrà dire che sarò malato, o morto, oppure in prigione". Al ritorno, tre uomini lo aspettavano. L'ispettore gli raccontò che dei resti umani bloccavano i tubi di scarico e Nilsen con sgomento affermò: "Da dove provengono?" Loro risposero che potevano solo arrivare dal suo appartamento e gli chiesero spiegazioni. Dennis, oramai intimorito, cedette e chiese di essere portato alla stazione di polizia. Conosceva perfettamente i suoi diritti, ma ammise che voleva parlare per togliersi un peso dalla coscienza. Più diceva e più la polizia realizzava che esisteva un collegamento con gli omicidi commessi nei quattro anni precedenti. Una perquisizione nel gabinetto di Nilsen portò alla luce alcuni sacchi contenenti resti maschili in vari stati di decomposizione. L’uomo ammise tutto, indicò dove aveva nascosto i resti, quante persone aveva ucciso, quante aveva provato invano ad assassinare. Aiutò la polizia a identificare le parti delle vittime. Dopo la sua confessione fu trasferito, in attesa di giudizio, nella Prigione di Brixton. Il processo si concluse con l'assegnazione a Dennis Nilsen del carcere a vita. Anni dopo la segreteria di stato inserì l’uomo in un elenco di persone che non sarebbero mai più dovute uscire di prigione insieme a personaggi quali Ian Brady, Rosemary West, Peter Sutcliffe e altri, entrando così a pieno titolo tra i peggiori serial killer britannici.

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